11/02/2015
Oggi la Chiesa cattolica celebra la Giornata Mondiale del Malato proclamata il 13 maggio del 1992 durante il pontificato di San Giovanni Paolo II. La data dell’11 febbraio è stata scelta in quanto coincidente con l’istituzione, nel 1985, del Pontificio consiglio della salute.
La celebrazione ha lo scopo di sensibilizzare ogni anno le istituzioni sanitarie cattoliche e la stessa società civile alla necessità di assicurare la migliore assistenza agli infermi, e l’aiuto a chi è ammalato, nonché di valorizzare la sofferenza sul piano umano e soprannaturale. L’evento intende, inoltre, coinvolgere nella pastorale sanitaria le diocesi, le comunità cristiane e le famiglie.
Il tema conduttore di quest’anno è tratto da un passaggio del Libro di Giobbe: «Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo». Il pensiero è rivolto a tutte quelle persone che hanno la forza di stare vicino ai malati bisognosi di assistenza continua e di aiuti per lavarsi, per vestirsi, per nutrirsi. Questo servizio di assistenza, specialmente quando si prolunga nel tempo, può diventare faticoso e molto pesante: è, infatti, relativamente facile servire per qualche giorno, ma è difficile accudire una persona per mesi o addirittura per anni, sovente quando non è più in grado di ringraziare. Chi da credente rende questa assistenza lo fa grazie al dono della sapientia cordis, la sapienza del cuore, che per un cattolico significa essere capaci di solidarietà con il fratello in difficoltà senza giudicarlo.